venerdì, luglio 20, 2007

Un ragazzo di nome Henk

Soltanto un ragazzo chiamato Henk

di Corrie ten Boom

brano tratto dal libro "Nella Casa del Padre", edito da EUN

Henk era un ragazzo che frequentava la mia classe di studi biblici per ritardati mentali. Apparteneva a una famiglia di undici figli e la sua povera mamma stanca non poteva prestargli molta attenzione.
Grazie a questo semplice ragazzetto sperimentai di nuovo che lo Spirito Santo si rivela in un modo meraviglioso alle persone con basso quoziente d'intelligenza.
Una volta andai a trovare Henk a casa sua e sua madre mi ricevette con molta gratitudine. "Henk parla tanto delle storie che lei gli racconta. Non ricorda mai nulla delle altre lezioni, ma quando torna dalla sua lezione parla di essa con i suoi fratelli e con le sue sorelle".
"Henk è a casa?"
"E' nella sua camera, di sopra... in un angolo della mansarda. Sta lì la maggior parte del tempo... è davvero il mio ragazzo più caro. Sappiamo che non diventerà mai un professore o qualcuno di importante, ma guadagna un salario lavorando in una fabbrica governativa di mollette. Caro Henk, è così contento, in casa c'è tanto chiasso che lui si rifugia in camera sua".
Salii le scale e trovai Henk inginocchiato davanti a una sedia. Dinanzi a lui c'era un vecchio e sciupato disegno di Gesù sulla croce. Mi fermai sulla soglia ad ascoltare, perché Henk stava cantando. La sua voce era bassa e rauca:

Lontano dalla mia schiavitù,
Dalla mia tristezza e dalla notte,
Gesù, io vengo, Gesù, io vengo.
Nella Tua libertà, allegrezza e luce,
Gesù, io vengo a Te.
Dalle profondità di indicibili rovine,
Nella pace del Tuo manto protettore,
Per vedere sempre il Tuo viso glorioso,
Gesù, io vengo a Te.

Avevo sentito Bach suonato da Schweitzer e inni cantati da cori giganteschi, ma in quel momento mi pareva di trovarmi in una cattedrale circondata da angeli. In punta di piedi ritornai giù senza disturbarlo, londando Dio per l'amore che porta nella vita "anche dei meno importanti".
Qualche tempo dopo seppi che la madre di Henk era salita nella sua camera e lo aveva trovato lì, davanti alla sedia, con l'immagine di Gesù in mano. Henk era andato a stare con il Signore. Quando seppi della sua morte mi domandai se fosse avvenuta mentre nello stesso istante cantava: "Gesù, io vengo a te".

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domenica, luglio 15, 2007

La Battaglia


Due eserciti si trovavano schierati uno contro l'altro. Non erano numericamente identici, non avevano le stesse armi. Gli uni contavano su un milione di soldati tutti armati fino ai denti, addestrati ad uccidere senza pieta'. Gli altri erano poco piu' di centomila, tutti avventizi, senza particolari addestramenti o equipaggiamenti. Ormai si era quasi pronti a dare il segnale di inizio delle ostilita' quando il generale dell'esercito piu' forte chiede al suo "collega" un incontro a meta' strada per dialogare per evitare una carneficina. I due generali si avvicinano fra di loro, si guardano negli occhi, e, il piu' forte esordisce dicendo: "cosa le fa pensare o ritenere di avere delle possibilita' di vincita contro il mio esercito?". L'altro continua a fissarlo in silenzio, e, dopo alcuni attimi, esordisce anche lui dicendo: "io non ho una speranza di vincere, ne ho la certezza!". L'altro. indispettito e risentito dall'orgoglio del suo collega, continua dicendo, "ma non ha forse considerato la potenza di fuoco dei miei soldati e la loro bravura,..., essi sono stati assoldati come mercenari ed hanno il migliore addestramento possibile,....". Proprio per questo - riprese l'altro - noi siamo sicuri di vincere,..., noi combattiamo in maniera compatta e ci indirizziamo tutti verso lo stesso obiettivo. L'unita' fa la forza".
I due generali si lasciarono e diedero il segnale di battaglia. Alla fine, il milione di soldati venne messo miseramente in fuge dai centomila che sembravano, nella loro compattezza, moltiplicare le proprie energie a dismisura.
La Bibbia ci informa che nell'unita' dei fratelli vi e' la grande vittoria sopra il nemico. Non importa quale comunita' frequenti, non importa quante volte ti rechi in chiesa per adorare, quello che importa e' che tu sei leale e compatto con chi, come te, condivide l'obiettivo di portare in giro per il mondo e di diffondere il nome di Gesu' Cristo fra le persone perdute. La tua solidarieta' diventa indispensabile per riuscire nell'impresa.
Dio ti benedica